|
Image, G.AdC MERCOLEDÌ Al parco della Rimembranza, nella nebbia del nord, nel giorno del suo compleanno, non potevo trovare che lui. Guardava per terra le castagne appena cadute e si divertiva a spingerle nel fosso con il piede sinistro, con quelle scarpe anni trenta che gli davano un’insolita eleganza. Lo guardai da lontano. Magro, pensoso, proteso a un’eterna stagione che sfiora tutti noi passeggeri. Lui solitario per forza e per natura, guardava i bambini in bicicletta con una strana attenzione, raccoglieva gli emblemi dell’inizio e della fine, sentiva forse che era ormai breve il suo segmento e camminava sempre più lento con un grido nel sangue che solo i poeti possono scorgere. Alla fine si sedette su una panchina con il suo dattiloscritto dalle mille correzioni fatte a penna che teneva sulle ginocchia e scriveva, scriveva e io ero un ragazzo e non sapevo nulla di lui, ma guardai a lungo quel titolo: La luna e i falò. Milo De Angelis, « III. Dialoghi con le ore contate », Linea intera, linea spezzata, Mondadori, collezione Lo Specchio, Milano, gennaio 2021, pp. 71-72.
|
Retour au répertoire du numéro de septembre 2020
Retour à l’ index des auteurs
Retour à l’ index de la catégorie Péninsule (littérature et poésie italiennes)
Laisser un commentaire